sapevi
che... |
Il
Carnevale, periodo antecedente la Quaresima, è l'adattamento cristiano
di antiche usanze pagane quali i lupercali (riti di purificazione
del 15 febbraio celebrati dai sacerdoti "luperci") e i saturnali (festa
popolare dell'antica Roma in onore di Saturno che nel periodo di svolgimento,
tra il 17 e il 23 dicembre, annullava le barriere servili e sociali).
A partire dal Quattrocento, il Carnevale sostenne una serie di attacchi
repressivi dai moralizzatori dell'epoca: Savonarola (nel 1482), la
Controriforma (XVI-XVII secolo) e la Chiesa (nel 1542) giudicavano
infatti troppo "pagani" i riti, i festeggiamenti e i banchetti che
si svolgevano in quel periodo.
Mal tollerate erano anche le sagre popolari, talune alquanto rozze,
come la festa dell'asino e quella dei folli, con stravaganze oltre
misura. Ciononostante, il Carnevale ha proseguito nel dar vita a nuove
forme celebrative: combattimenti tra classi diverse di cittadini o
fra circoscrizioni, a colpi di sassi e bastoni (da cui l'uso degli
attuali manganelli in plastica); lotte rituali tra rioni e quartieri
di una stessa città (a tutt'oggi la battaglia delle arance a Ivrea)
o tra cittadine diverse.
Questo accadeva per le strade, tra il popolo, mentre nelle quiete
dei giardini e delle sale dei sontuosi palazzi, la nobiltà si dilettava
in giochi "cortesi" sbalordendosi a vicenda per l'abilità nell'utilizzo
delle armi. Nel tardo Medioevo (attorno al 1450) il travestimento,
già in uso nel folklore precristiano quale simbolo della forza vitale
e della morte, si diffuse nei carnevali delle città.
In quelle sedi il mascherarsi consentiva lo scambio di ruoli (i poveri
diventavano nobili e viceversa), il burlarsi di figure gerarchiche,
il satireggiare vizi di persone o malcostumi con quelle stesse maschere,
oggi note in tutto il mondo, che sono poi assurte a simbolo di città
e di debolezze umane.
La tradizione del Carnevale ha fatto sì che ogni regione del Bel Paese
vanti una propria originalità richiamando turisti e visitatori da
ogni parte del mondo. I più famosi sono quelli di Viareggio e Venezia
seguiti, con analoga notorietà, da quello pugliese di Putignano e
da quello di Cento, nel ferrarese, gemellato col Carnevale di Rio
de Janeiro.
Fonte
|
|