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| DANIELA VERONESI
Ventotto anni. Sammarinese.
(3° al Giro e 4° al Tour '99)
La più grande nella storia dell'intero ciclismo di San Marino.
Atleta i cui valori sono nettamente superiori alle vittorie fin qui ottenute.
Incredibile il suo crescendo nel 1999.
Dopo una primavera consumata fra le protagoniste ed aver vinto "per scherzo" la Medio Fondo
"Luciano Pezzi", dove ha battuto tutti, maschi compresi è esplosa al Giro d'Italia dove ha vinto il tappone del
Monte Serra ed è giunta seconda nella Cronoscalata di Ponte Campiello, dietro la formidabile compagna
Somarriba.
Dopo aver vestito per un giorno pure la maglia rosa è finita terza nella classifica generale finale vincendo la rassegna delle scalatrici.
Notevole anche il suo Tour de France dove è finita quarta nella generale finale, dopo esser stata a lungo leader delle scalatrici ed esser passata prima sul tremendo
Col de Marie Blanque.
Bravissima anche al Mondiale dove ha colto l'ottavo posto.
Nel 2000 il suo ruolino è stato migliore anche se non sono venuti i grandi piazzamenti al Giro ed al Tour.
In primavera dopo aver colto una gran serie di secondi posti, ha vinto il tappone della
Vuelta di Mallorca ed è giunta seconda nella classifica finale, solo per una questione di piazzamenti.
Ancora una piazza d'onore al Giro del Piave, quindi un Giro che, dopo un'inizio folgorante con una crono al pari delle più forti specialiste mondiali, l'ha vista pagare una crisi nella difficile tappa di Bardonecchia e concludere con una rovinosa caduta nell'ultima tappa.
Brava al Tour, a lungo nelle prime posizioni e poi come pedina in difesa di Joane Somarriba ed
Edita Pucinskaite finite ai due primi posti, quindi con lo stupendo successo nel tappone del
Ballon d'Alsace, la salita sulla quale Merckx costruì il suo primo Tour.
Grigio il suo finale di stagione culminato con l'inutile trasferta a Sydney, dove alla mancata partecipazione olimpica ha raccolto un'influenza che l'ha costretta a disertare pure il mondiale.
Campionessa sammarinese.
Atleta che ha nella forza il suo punto migliore e nei cambi di ritmo il peggiore, per essere più spesso vincente necessita di maggior tenuta psicologica, dentro e fuori le corse.
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