SBIANCA |
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Processo di trasformazione dell'argento metallico in composti praticamente incolori, come gli alogenuri d'argento, che possono a loro volta essere sciolti, ridotti (cioè sviluppati) o colorati. |
SCALA DEI GRIGI |
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Usata in sensitometria, consiste in una serie di toni di grigio che passano dal bianco al nero attraverso una serie di gradini di densità costante. La scala dei grigi è utile per valutare il comportamento di pellicole e rivelatori. |
SCALA LOG E |
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Gamma delle esposizioni espressa su cala logaritmica (base 10). Su questa scala, quando l'esposizione raddoppia, l'incremento è di 0.3. Quindi uno stop corrisponde a 0.3 unità e 1/3di stop a 0.1 |
SCALA TONALE |
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Gamma di toni compresa tra le zone più chiare e le zone più scure di un'immagine. |
SCARTO DI RECIPROCITA' |
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Quando si effettuano riprese con tempi molto lunghi o molto brevi, viene meno la normale relazione tra il tempo e l'intensità della luce necessaria ad impressionare una pellicola. In questi casi, si verifica una sorta di perdita di sensibilità della pellicola che comporta una correzione rispetto all'esposizione teorica ed eventualmente una filtratura per compensare uno squilibrio cromatico. |
SCATTO FLESSIBILE |
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Ha lo scopo di gestire l'apertura dell'otturatore evitando indesiderate vibrazioni. I modelli più diffusi sono dotati di un blocco a vite, il cui scopo è la chiusura dell'otturatore, consentendo di far esporre la pellicola per il tempo desiderato. Le due estremità sono caratterizzate, sul lato superiore, dal tasto attraverso il quale si esercita una pressione per l'apertura dell'otturatore, sul lato inferiore, dalla filettatura necessaria ad assicurarlo alla fotocamera. |
Scatto quiet |
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Scatto silenzioso: L'otturatore, può essere azionato secondo una particolare modalità, molto utile a chi fotografa a teatro e in tutto quelle occasioni in cui la presenza del fotografo è a malapena tollerata. La ghiera del selettore delle velocità di scatto offre la modalità Q, che sta per Quiet, scatto silenzioso. Non arriva alla discrezione dello scatto di una fotocamera a telemetro, ma ci si avvicina |
SCHERMO DI MESSA A FUOCO |
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Vetro lavorato (smerigliato) o in alcuni casi materiale plastico, impiegato su una macchina fotografica per osservare e mettere a fuoco l'immagine prima dell'esposizione. |
SCHERMO PERLINATO |
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Schermo per proiezioni ricoperto di minuscole perline di vetro che forniscono un ristretto angolo di riflessione. Impiegato nella proiezione frontale. |
SEMIMATT |
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Tipo di superficie delle stampe fotografiche che si presenta liscia ma di aspetto leggermente opaco. |
SENSIBILITA' |
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Le diverse pellicole a seconda della fabbricazione della loro emulsione sono più o meno sensibili alla luce. La sensibilità è data dalla dimensione degli alogenuri di argento utilizzati: più sono grandi più la pellicola è sensibile. Ciò spiega perché le pellicole di alta sensibilità producono immagini meno definite. La sensibilità delle pellicole viene provata e certificata a norme ISO. |
SENSIBILITA' SPETTRALE |
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Risposta di un materiale fotografico aivari colori dello spettro. |
SENSIBILIZZAZIONE SPETTRALE |
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Processo di Sensibilizzazione degli alogenuri di argento di una pellicola ad altre radiazioni luminose diverse dal blu, a cui sono sensibili naturalmente gli alogenuri. Si ottiene mediante sostanze che vengono messe a stretto contatto degli alogenuri per assorbimento e che trasmettono agli alogenuri l'energia necessaria per la formazione dell'immagine latente. |
SENSITOMETRIA |
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Misurazione strumentale della relazione fra esposizione e densità per qualsiasi materiale fotografico. |
Sensore |
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Elemento sensibile alla luce di una fotocamera digitale per la cattura dell’immagine. Il sensore, posto sul piano focale di una fotocamera, trasforma in segnale analogico la luce che lo colpisce. Il segnale viene poi trasformato in codice binario da un convertitore analogico-digitale. Può essere un CCD o un CMOS. Un sensore alternativo è il Foveon, sensore CMOS, costituito da tre strati di pixel ognuno dedicato ad uno dei tre colori primari. |
Sensore, pulizia |
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I sensori delle fotocamere digitali sono soggetti ad attirare pulviscolo, minime tracce di unto o particelle metalliche dovute agli attriti dei leveraggi o delle lamelle dell’otturatore. La sua pulizia richiede molta attenzione e, preferibilmente, l’intervendo di un centro di assistenza. Può essere tuttavia pulito con specifici prodotti adottando la massima attenzione. Eventuali danni provocati da una pulizia non corretta non sono coperti dalla garanzia del fabbricante |
SERVOFLASH |
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Dispositivo a fotocellula per lo scatto sincronizzato di flash elettronici senza l'uso di cavetti di collegamento. L'accensione di un flash collegato alla fotocamera di una unità speciale ad infrarossi, provoca l'accensione di quelli collegati al servoflash. |
Servoflash |
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Dispositivo a fotocellula per lo scatto sincronizzato di flash elettronici senza l’uso di cavetti di collegamento. |
Set |
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E’ la scenografia costruita in studio o in esterni nella quale vengono posti e composti oggetti e/o modelli con luci appropriate. |
SET |
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È la scenografia da fotografare costruita in studio pronta per essere illuminata e ripresa. |
Shadow Mask |
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Una delle due tecnologie per la costruzione di tubi catodici nei monitor CRT. I tubi catodici utilizzano diversi tipi di fosfori in grado di emettere i colori rosso, verde e blu; questi possono essere disposti in sottili striscie verticali (tecnologia Aperture Grille), oppure a gruppi di punti (tecnologia Shadow Mask). Vedi Aperture Grille |
SINCRO FLASH |
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Indica il tempo di otturazione più breve che è possibile usare con gli otturatori a tendina con il flash elettronico. Il flash deve funzionare in perfetto sincronismo con l'otturatore e deve lampeggiare nell'istante in cui l'otturatore scopre completamente la pellicola. Il tempo di sincronizzazione più o meno breve dipende dal tipo di tendine (a scorrimento verticale o orizzontale) e dalla velocità di scorrimento delle tendine stesse. Gli otturatori muniti di tendine a scorrimento verticale consentono tempi di sincronizzazione più brevi. Il vantaggio del tempo breve di sincronizzazione sta nel fatto che è possibile utilizzare il flash di giorno per schiarire le ombre senza rischiare di ottenere una doppia immagine dovuta al mosso. Gli otturatori centrali a lamelle posti tra le lenti degli obiettivi offrono una sincronizzazione integrale in quanto per qualunque tempo essi debbono aprirsi completamente e quindi il flash scatta sempre quando l'otturatore è tutto aperto. |
Sincro Flash |
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Indica il tempo di otturazione più breve che è possibile usare con gli otturatori impiegando il flash elettronico. In particolare, con gli otturatori a tendina il flash deve lampeggiare nell’istante in cui l’otturatore scopre completamente la pellicola. Il tempo di sincronizzazione più o meno breve dipende dal tipo di tendine (a scorrimento verticale o orizzontale) e dalla velocità di scorrimento delle tendine stesse. Gli otturatori muniti di tendine a scorrimento verticale consentono tempi di sincronizzazione più brevi (da 1/125a 1/300 di sec.) rispetto a quelli a scorrimento orizzontale (da 1/60 a 1/90 di sec.). Il vantaggio del tempo breve di sincronizzazione sta nel fatto che è possibile utilizzare il flash di giorno per schiarire le ombre senza rischiare di ottenere una doppia immagine dovuta al tempo di esposizione troppo lungo. Gli otturatori centrali a lamelle posti tra le lenti degli obiettivi offrono una sincronizzazione integrale in quanto per qualunque tempo di esposizione essi debbono aprirsi completamente e perché la loro posizione, così come il diaframma, non determina alcuna vignettatura dell’immagine |
SINTESI CROMATICA ADDITIVA |
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Sistema per produrre un'immagine a colori miscelando luci colorate blu, verde e rossa nelle proporzioni corrispondenti a quelle riflesse dal soggetto originale. |
SINTESI CROMATICA SOTTRATTIVA |
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Metodo per la produzione di immagini a colori mediante l'uso di coloranti o filtri che assorbono certe radiazioni primarie della luce, permettendo solo alle rimanenti di formare l'immagine. I sottrattivi impiegati nella maggior parte dei procedimenti di riproduzione cromatica sono il cyan (assorbe il rosso), il magenta (assorte il verde) e il giallo (assorbe il blu), definiti colori complementari in fotografia. |
SISTEMA ZONALE |
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Si tratta di una tecnica utilizzata per ottenere immagini di alta qualità nella fotografia in bianconero elaborata dal fotografo Ansel Adams. Mette in relazione la gamma di luminosità del soggetto e lo sviluppo del negativo, per giungere ad una esposizione capace di portare ad un risultato di stampa eguale a quello immaginato al momento della ripresa. La gamma di luminosità della scena viene suddivisa in nove zone corrispondenti ad altrettanti toni di grigio sulla stampa finale. |
SISTEMA ZONALE - LE 10 AREE |
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Zona 0 |
Nero pieno nella stampa; base della pellicola più il velo |
Zona I |
Nero non strutturato: soglia di esposizione del negativo |
Zona II |
Nero strutturato |
Zona III |
Tessuto nero in cui siano visibili le pieghe |
Zona IV |
Ombre nei paesaggi illuminati dal sole e nei ritratti; fogliame scuro |
Zona V |
Grigio medio: cartoncino grigio neutro al 18% |
Zona VI |
Toni della pelle bianca media; ombre sulla neve illuminata dal sole |
Zona VII |
Pelle chiarissima; neve in luce radente |
Zona VIII |
Toni chiari ancora differenziati |
Zona IX |
Bianco non strutturato. Sulla stampa può apparire indistinguibile dalla zona X |
Zona X |
Bianco assoluto: base della carta fotografica |
La scala zonale teorizzata da Ansel Adams non può purtroppo essere utilizzata in tutta la sua ampiezza qualora si realizzino fotografie destinate alla stampa tipografica. Chi lavora per l'editoria deve essere consapevole del fatto che la gamma tonale risultante dal processo di scansione, retinatura e stampa di un'immagine in bianco e nero non sarà mai superiore alle sei zone. Di fatto le aree estreme della scala vengono compresse, rispettivamente, in nero pieno e bianco assoluto. Di questo occorre tenere conto in fase di determinazione dell'esposizione, per evitare di ridurre a un'ombra indistinta (o al contrario a un bianco accecante) particolari che - pensando alle possibilità della stampa su carta fotografica - si credeva risultassero leggibili. |
SLIDE |
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Termine inglese per diapositiva. |
SLOW SYNC |
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Tecnica di sincronizzazione della luce lampo che consiste nell'impiego di un tempo di otturazione lungo tale da consentire l'esposizione corretta anche delle zone illuminate dalla luce ambiente. Con lo slow-sync è possibile anche ottenere effetti creativi sfruttando l'effetto della doppia immagine creata dalla luce lampo e da quella ambiente. |
SLR |
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"Single Lens Reflex", reflex a obiettivo singolo, ovvero le fotocamere con specchio per visualizzare l'inquadratura attraverso la lente. |